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Le regole del gioco | Uccidere il vento |
Punto di Vista: Kaladin, Adolin, Dalinar Kholin
ambientazione: Pianure Infrante, Arena dei duelli
Epigrafe[]
"Seguivano ventitré coorti, che provenivano dai contributi del re di Makabakam, poiché anche se il legame tra uomo e spren a volte era inesplicabile, l’abilità degli spren vincolati di manifestarsi nel nostro mondo piuttosto che nel loro divenne più forte tramite il corso di giuramenti contratti." |
Trama[]
“ | Adolin attaccò. Balzò in avanti, spazzando con una serie di colpi in direzione di Relis. Elit balzò via con un’imprecazione quando lo fece. Erano come uomini armati di lance che pungolavano uno spinabianca. E questo spinabianca non era ancora in gabbia. | ” |
–Parole di Luce, capitolo 56 |
Kaladin[]
Kaladin e Sigzil discutono della mossa di Dalinar di rifondare i Cavalieri Radiosi. L'azish osserva che sarebbe una buona opportunità per rivelarsi e dare sostegno allo Spinanera, ma Kaladin ribolle di rabbia sia verso Amaram che verso lo stesso Dalinar, e si limita a dare i suoi ordini per le squadre di pontieri disseminate per l'arena. Kaladin affronta quindi Moash e gli ordina di entrare in una pattuglia diretta verso Nuova Natanan in modo da non rimanere coinvolto quando agirà contro i "patrioti". Moash rifiuta l'ordine e il capitano capisce che si è incontrato di nuovo con Graves e i suoi amici. L'arena si agita. L'incontro sta per cominciare.
Adolin[]
Adolin è nelle stanze di allestimento in attesa di iniziare il duello[1]. Nota che Navani si è ammorbidita nei confronti di Shallan, paventando la possibilità di un incontro. Adolin scende così nell'arena[2] e scopre, con orrore, che dovrà affrontare quattro stratoguerrieri contemporaneamente.
Kaladin[]
Kaladin vede Dalinar scattare in piedi e chiedere spiegazioni a Sadeas. L'altoprincipe spiega l'apertura che Adolin ha concesso al suo sfidante. Dalinar è furioso e valuta con Elhokar l'opportunità di far ritirare il figlio dallo scontro, anche a costo di perdere tutti gli Strati. Dall'arena, Adolin segnala che è pronto a combattere.
Adolin[]
Adolin si chiude subito in un angolo per evitare di essere accerchiato e si rimprovera per la sua stupidità. Zahel dall'alto lo incoraggia e consiglia. A quel punto Adolin capisce cosa il maestro spadaccino voglia dirgli: i suoi sfidanti lo temono, deve attaccare. Adolin da' prova del suo valore ma alla fine lo svantaggio numerico fa la differenza: il principe è costretto a terra e bersagliato dai suoi avversari senza pietà. Gli impediscono perfino di arrendersi: lo vogliono morto o mutilato.
Dalinar[]
Dalinar vuole scendere, come previsto dal regolamento, ad aiutare il figlio e chiede ad Elhokar la sua stratolama. Il Re lo riporta alla ragione spiegandogli che è esattamente quello che Sadeas vuole. Dalinar osserva impotente suo figlio Renarin entrare nell'arena. Solo con la sua stratolama.
Adolin[]
Adolin vede suo fratello combattere goffamente con uno degli stratoguerrieri. Cerca di arrendersi immediatamente ma Relis lo ricatta, spiegandogli che se si arrenderà davvero non potrà garantire che un colpo accidentale uccida Renarin. Ormai certo che i suoi avversari abbiano corrotto anche il gudice, Adolin si rassegna a continuare a combattere.
Dalinar[]
Dalinar chiede al giudice di porre fine allo scontro, ma invano. Renarin subisce una delle sue crisi e Adolin perde un pezzo dell'armatura, la carne ora esposta a ferite mortali. Dalinar si rivolge alla platea e sfida qualcuno con un po' di onore ad aiutare i suoi figli. Cerca Amaram, il cavaliere radioso, ma questi evita il suo sguardo. Il suo appello tuttavia non è caduto nel vuoto. Il capitano Kaladin si fa avanti e si getta nell'arena, armato solo di una lancia.
Personaggi[]
Apparsi[]
Menzionati[]
Luoghi e termini menzionati[]