Le Cronache della Folgoluce Wiki
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Hoid
Hoid
Status personale
Status

Vivo

Prima apparizione

La Via dei Re, capitolo 12

Ultima apparizione

Parole di Luce, Epilogo

Alias
  • Arguzia
  • Errante
  • Polvere
  • Lunu'anaki
Nazionalità

Yolen

Caratteristiche fisiche
Razza

Umana

Sesso

Maschio

capelli

Bianchi

occhi

azzurri


Szeth icon Questo articolo è solo un abbozzo.
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  Hoid è un personaggio ricorrente del Cosmere. I suoi scopi e la sua vera identità sono ancora avvolti dal mistero. Su Roshar ha assunto il ruolo di Arguzia del Re di Alethkar entrando così a far parte della corte di Elhokar

Aspetto e Personalità

Hoid ha un volto da freccia, con naso e mascella dai tratti affillati, e i capelli bianchi, sebbene molto spesso cerchi di dissimulare il suo aspetto tingendosi i capelli e adottando abili travestimenti[1].

Alla corte Alethi, Hoid si presenta come un uomo alto e magro, con i capelli neri e gli occhi azzurri. E' solito indossare una rigida giacca nera con pantaloni neri, e porta una spada lunga e sottile legata in vita[2].

Hoid adora beffarsi degli altri e non di rado interpreta personaggi dalla lingua tagliente e facili al sarcasmo. Nonostante ciò, Hoid dimostra di possedere un animo gentile e soprattuto una grande intelligenza. Inoltre ha un certo fascino per l'arte e lui stesso è un ottimo musicista e un abile cantastorie, come dimostra mentre narra a Kaladin le storie di Derethil e della Velabonda[3].

Relazioni

Al contrario di Elhokar e Adolin, che nutrono un debole per il nuovo Arguzia, Dalinar non prova nessuna simpatia per Hoid, opinione questa condivisa con suo figlio Renarin. Con il passare del tempo però, il vecchio condottiero rivede la sua posizione e inizia ad apprezzare l'esuberante Arguzia, prestando più attenzione ai suoi consigli.

Storia

La Via dei Re

L'Arguzia del Re non era uno sciocco buffone di corte come quelli che si potevano trovare in altri regni. Era una spada, uno strumento mantenuto dal re. Insultare altri non si confaceva alla dignità del sovrano, perciò, proprio come una persona usava dei guanti quando era costretta a maneggiare qualcosa di ripugnante, il re teneva un Arguzia in modo da non doversi abbassare al livello di scortesia o aggressività.

–La Via dei Re, capitolo 12

Intorno al 1173, Hoid riuscì a diventare il nuovo Arguzia di Elhokar[2] e sin da subito si distinse, oltre che per la sua sagacia, per le "cose utili" che conosceva.

Hois partecipò alla caccia all'abissale organizzata dal sovrano, dopo un primo momento in cui si prende gioco di Adolin e Renarin, l'uomo scompare per qualche ora, giustificandosi poi con il Re con il fatto che aveva delle "cose da fare in giro"[4].

Nelle settimane successive, Hoid partecipò regolarmente ai banchetti di Elhokar, dilettandosi a tormentare gli ospiti occhichiari. Solo con Dalinar, l'uomo sembrava mantenere un rapporto basato sul rispetto e in più di un'occasione, lo metterà in guardia l'altoprincipe dai pettegolezzi di corte e dalle manovre di Sadeas.

Una sera, ai margini dei campi alethi, Hoid incontra un giovane pontiere tormentato da dubbi ed incertezze e lo invita a condividere il suo fuoco e ad ascoltare una vecchia storia. Al termine della narrazione il pontiere domanda quale sia il significato della storia. Hoid replica che ai cantastorie spetta solo far porre domande a chi ascolta, non di fornire le risposte. Il pontiere allora fornisce una sua interpretazione, che l'uomo ritorce contro di lui, chiedendogli per che cosa non vuole assumersi la responsabilità. Kaladin è spiazzato e Hoid ne approfitta per dileguarsi, regalandogli il suo flauto e pregandolo di comunicare a Sigzil che è stato promosso[3].

Abbandonate le Pianure Infrante, Hoid ricompare qualche tempo dopo alle porte di Kholinar, in tempismo perfetto per osservare il ritorno di Taln, l'Araldo della Guerra, che annuncia il ritorno della Desolazione. Hoid mette in luce come l'Araldo sia in ritardo e lo chiama "vecchio amico"[5]

Parole di Luce

Bordin, il più fidato servitore di Dalinar, si occupò del trasporto del misterioso stratoguerriero alle Pianure e Hoid decise di accompagnarlo. A viaggio iniziato però, Arguzia abbandonò il convoglio dileguandosi tra le colline "come un folgorato mangiacorno"[6]

Hoid riappare nelle Pianure in occasione di un appuntamento tra Adolin e Shallan. L'uomo ha "sostituito" il cocchiere di Adolin e accompagna Kaladin per tutto il viaggio verso il campo di Sebarial. chiede che fine abbia fatto il suo flauto[4]. Il capitano ricorda così, con amarezza, di averlo dimenticato nel campo di Sadeas, il giorno in cui venne liberato da Dalinar[5].

Giunti al destinazione, Shallan riconosce Arguzia e si precipita ad abbracciarlo e lo ringrazia per "quella volta"[6], sotto gli occhi sgomenti di Kaladin e Adolin. Una volta saliti a sulla carrozza, 

Citazioni

"Quelli che 'meritano' il mio scherno sono quelli che possono trarne beneficio "

— La Via dei Re, capitolo 12

"Più che sufficiente, dite? Credo che un'unica parola da parte di Sadeas sia 'più che sufficiente' per chiunque."

— La Via dei Re, capitolo 15

"Mi sono ricongiunto alla vostra comitiva appena prima della battaglia, Vostra maestà. Stavo venendo a parlare con voi, ma l'abissale mi ha preceduto. Ho sentito che la vostra conversazione con lui è stata piuttosto stimolante."

— La Via dei Re, capitolo 15

"Arguzia: Luminobile Sadeas, sono terribilmente spiacente di vedervi qui.
Sadeas:Mi viene da pensare che dovresti essere felice di vedermi. Sembra che io ti fornisca sempre un tale divertimento.
Arguzia:Questo purtroppo è vero.
Sadeas:Purtroppo?
Arguzia: Sì. Vedete, Sadeas, con voi è troppo facile. Una servetta senza istruzione, con metà cervello e in preda a una sbornia, potrebbe prendersi gioco di voi. A me non rimane alcun bisogno di sforzarmi, e la vostra stessa natura schernisce il mio scherno. Ed è così che tramite la mera stupidità, mi fate sembrare incompetente.
"

— Arguzia e Sadeas, La Via dei Re, capitolo 15

"Metto in luce le verità quando le vedo, luminobile Sadeas. Ogni uomo ha il suo ruolo. Il mio è inculcare le verità. Il vostro è inculare."

— La Via dei Re, capitolo 15

"La follia degli uomini a cui importa, Dalinar. E la genialità di quelli a cui non importa. I secondi dipendono dai primi- ma sfruttano anche i primi - mentre i primi fraintendono i secondi, sperando che i secondi siano più come i primi. E tutti i loro giochi rubano il nostro tempo. Secondo dopo secondo."

— La Via dei Re, capitolo 54

"Dalinar: Arguzia, non sono dell'umore adatto per questo, stasera. Mi spiace se non capisco dove vuoi andare a parare, ma non ho idea di cosa parli.
Arguzia: Lo so. Adonalsium.
Dalinar:Cosa?
Arguzia: Hai mai sentito questo termine, Dalinar?
Dalinar: Ado... cosa?
Arguzia: Nulla. Sciocchezze. Ciance. Farfuglioqui. Non è strano che le parole inarticolate siano spesso i suoni di altre parole, tagliati e smembrati, poi cuciti in qualcosa di simile a esse... eppure totalmente dissimile allo stesso tempo? Mi domando se si possa fare lo stesso a un uomo. Smembrarlo, emozione dopo emozione, pezzo dopo pezzo, brandello sanguinolento dopo brandello sanguinolento. Poi ricombinarli assieme in qualcos'altro, come un Dysiano Aimiano. Se mettessi assieme un uomo del genere, Dalinar, assicurati di chiamarlo Blatero, come me. O forse Blateruglio.
"

Dalinar e Arguzia, La Via dei Re, capitolo 54

"Kaladin:Dire cose disorientanti non è la stessa cosa che essere arguti.
Arguzia:Ah. Già ti dimostri più saggio di molti che ho avuto il dispiacere di conoscere di recente. Cosa vuol dire essere arguti, allora?
Kaladin: Dire cose intelligenti.
Arguzia:E cos'è l'intelligenza?
Kaladin:Io...Suppongo che sia la capacità di dire e fare le cose giuste al momento giusto.
"

Kaladin e Arguzia, La Via dei Re, capitolo 57

"Arguzia: E qual è il tuo nome, mio riflessivo pontiere?
Kaladin: Kaladin. E il vostro?
Arguzia: Io ne ho molti. Ho iniziato la mia vita come un pensiero, un concetto, parole su una pagina. Quella è stata un'altra cosa che ho rubato. Me stesso. In un altro tempo, ero chiamato come una pietra.
Kaladin: Preziosa, spero.
Arguzia: Una pietra bellissima. E che ha perso ogni valore perché io l'ho indossata.
Kaladin: Be', come vi chiamano gli uomini ora?
Arguzia: In molti modi, e solo alcuni di essi cortesi. Quasi tutti veri, purtroppo. Tu, comunque, puoi chiamarmi Hoid.
Kaladin: Il vostro nome?
Arguzia: No. Il nome di qualcuno che avrei dovuto amare. Ancora una volta, è qualcosa che ho rubato. Noi ladri lo facciamo spesso.
"

Kaladin e Arguzia, La Via dei Re, capitolo 57

"Riesci a percepirlo? Qualcosa è appena cambiato. Credo sia il suono che fa il mondo quando si piscia addosso."

— La Via dei Re, Epilogo

"Cos'è che riteniamo prezioso? Innovazione. Originalità. Novità. Ma cosa più importante... tempismo. Temo che tu sia arrivato un po' troppo tardi, mio confuso, sfortunato amico."

— La Via dei Re, Epilogo

"Non cercare di capire Arguzia, Bordin. Ti provocherai solo dolore"

Dalinar a Bordin, Parole di Luce, Interludio 7

"Tutti sono musicisti. La questione è se condividano o no le loro canzoni."

— Arguzia a Kaladin, Parole di Luce, Capitolo 55


"Troverai Dio nello stesso posto dove troverai la salvezza da questo caos. Dentro i cuori degli uomini."

— Arguzia a Jasnah, Parole di Luce, Epilogo

Fonti

 

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